Tuesday 17 June 2008

Soweto

Hostel next to Orlando


Match box house


Desmond Tutu house


Nelson Mandela house


Regina Mundi Church


New houses from the government

Slums








Non appena ho superato il cartello di benvenuto di Soweto un brivido mi e' corso lungo la schiena. Questo sobborgo a sudovest di Johannesburg (SOuth WEstern TOwnship) e' carico di significati storici, politici e sociali. Ad essere sincero ero anche un po' nervoso dal momento che non sapevo di preciso cio' che avrei potuto vedere e chi avrei potuto incontrare ed anche perche' i media tendono a dipingere questo posto in modo esageratamente negativo etichettandolo con il piu' alto tasso di omicidi e stupri al mondo. Soweto e' enorme ed ha una popolazione stimata tra i 3 e i 4 milioni di abitanti. Entrando da nordest attraverso East e West Orlando (la zona piu' vecchia ed oggi piu' ricca di Soweto) l'impatto non e' stato cosi' drammatico. Qui risiede la classe piu' ricca di Soweto. Questa zona e' sorprendentemente pulita ed ordinata ed ho visto case lussuose con giardino e piscina senza alcun tipo di protezione (a differenza delle case di Johannesburg circondate da muri alti sei metri e recinzioni elettriche). In Vilakazi Road mi sono fermato davanti alle case dei premi nobel Nelson Mandela e Desmond Tutu, situate a soli 200 metri di distanza l'una dall'altra. Questa zona e' stata anche teatro dei piu' sanguinosi scontri tra studenti e polizia durante la rivolta di giugno 1976 quando persero la vita oltre 600 ragazzi.
Esattamente al centro di Soweto c'e' la chiesa Regina Mundi. Anch'essa ha avuto un ruolo fondamentale nel corso della rivolta. Qui la polizia ha fatto piu' volte irruzione per attaccare gli studenti che si riunivano al suo interno durante gli scontri. Ancora oggi sono ben visibili sui muri interni della chiesa i fori causati dai proiettili esplosi dalla polizia.
Quando mi sono spostato nella zona occidentale di Soweto la situazione e' cambiata. Qui ci sono le case popolari assegnate gratuitamente dal governo ai cittadini sudafricani piu' poveri, ci sono gli hostels (fatiscenti capanni in lamiera a schiera privi di ogni forma di servizi) e ci sono distese infinite di baraccopoli. Prima di entrare in un hostel mi sono fermato un attimo per valutare quale potesse essere il grado di pericolo quando sono stato avvicinato in modo del tutto amichevole da un ragazzo del posto che mi ha sconsigliato di avventurarmi in quella parte della citta' e si e' offerto di accompagnarmi nella zona di casa sua in una baraccopoli poco distante da li'. Qui le persone vivono in condizioni di estrema precarieta'. Le baracche sono ammassate una sull'altra in mezzo ad una montagna di rifiuti e sono prive di servizi igienici, acqua corrente ed elettricita'. Nonostante cio' mi e' sembrato un ambiente piuttosto tranquillo e sereno. Sebbene girassi con la macchina fotografica in mano non ho mai avuto la sensazione di essere in pericolo, anzi tutte le persone che ho incontrato mi hanno salutato amichevolmente scambiando sorrisi e cenni d'intesa con le mani.
Colonna sonora: "Apartheid is Nazism" Alpha Blondy

As soon as I passed the Soweto welcome road sign I got shivers down my spine. This south-western suburb of Johannesburg (SOuth WEstern TOwnship) is plentiful of historical, political and social meanings. To be true, I was also a little nervous: I didn’t know exactly what I was going to see nor whom I could possibly meet. Furthermore, the media have labelled Soweto as one of the most dangerous places in the world, with a high percentage of murders and rapes. Soweto is a sprawling city with 3 to 4 million inhabitants. I entered the city through East and West Orlando (the oldest and richest district in Soweto) and the sensation was not too bad. Here is where the Soweto wealthy people live. The area is clean and tidy and I saw stately homes with garden and swimming pool without any kind of protection (in Johannesburg houses like these are protected by 6-meter high walls and electric fences). In Vilakazi Road I stopped in front of the residences of Nobel Prizes Nelson Mandela and Desmond Tutu, just 200 meters away from each other. In June 1976 riots between students and the police took place in this area, and more than 600 young people died. Just in the centre of Soweto is the Regina Mundi Church. This building was relevant during the rebellion, too. The police broke several times into the church to attack the students who had gathered inside. Shots from the police are still visible today on the interior walls.
The situation in western Soweto is completely different. Here you can find the houses that the government has assigned for free to the lower class, the hostels (ramshackle sheet-iron huts in a row with no facilities) and an endless expanse of slums. A local guy approached me just as I was on my way to a hostel. He was very friendly and advised me not to venture in that part of the city, and offered himself as a guide to an area nearby the slum where he lived. I wondered how dangerous that might be… Here people live very poorly. The huts are piled up on one another, with garbage everywhere and no toilets, water or electric power. Nevertheless, it looked to me like a quiet and safe environment. I held my camera in my hand, but I never felt in danger, all the people I met were friendly and greeted me with big smiles and waving hands.

Soundtrack: "Apartheid is Nazism" Alpha Blondy




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